L’agricoltura sociale rappresenta una nuova opportunità nel settore agricolo per contadini e contadine in Alto Adige. L’Associazione delle Donne Coltivatrici Sudtirolesi (SBO) ha un compito importante di sostenere lo sviluppo e l’espansione di questo campo nuovo nella regione.
Bambini, anziani e le persone con disabilità possono vivere la natura, trovare le opportunità di formazione e di lavoro nel settore agricolo, godendo della vicinanza degli animali e il lavoro nel giardino. Si parla di diversi servizi offerti nel campo dell'agricoltura sociale come la terapia, istruzione ed educazione dell'ambiente, inserimento lavorativo ed inclusione sociale. "L'agricoltura sociale è una grande opportunità per noi contadine, per le nostre aziende agricole e le intere zone rurali. È un aspetto importante per far rimanere i nostri masi vivi anche nel futuro. Le contadine svolgono qui un ruolo centrale: un maso può andare avanti se le donne hanno la possibilità di essere maggiormente coinvolte", ha detto presidente dell’ Associazione delle Donne Coltivatrici Sudtirolesi Hiltraud Erschbamer.
Il Sabato scorso, 27 maggio, è stato presentato a Bolzano l’opuscolo "L'agricoltura sociale in Alto Adige". L’opuscolo è stato sviluppato dalla SBO in collaborazione con il ROI Team Consultant e con l’EURAC Research. Martin Krail (ROI Team Consultant) dice: "È venuto fuori che, oltre ai tre temi ormai frequentemente citati come la custodia dei bambini, promozione della salute e assistenza agli anziani, c’è un crescente interesse per la trasmissione delle conoscenze e il lavoro educativo nella natura. Le contadine con le loro competenze sociali svolgono in questo processo un ruolo particolare."
Le contadine sudtirolesi sono ormai fortemente presenti nel settore dell'agricoltura sociale. Lo conferma Maria Hochgruber Kuenzer, presidente della cooperativa sociale „imparare.crescere.vivere con le contadine“. "Ormai 10 anni fa, l’Associazione delle Donne Coltivatrici Sudtirolesi aveva riconosciuto l’agricoltura sociale come un promettente campo di attività per le donne nelle zone rurali che oggi fornisce, accanto alle attività maso, un’ulteriore fonte di guadagno."
Prof. Dr. Susanne Elsen dalla Libera Università di Bolzano ha parlato del valore aggiunto dell’agricoltura sociale come innovazione sociale: "Il valore aggiunto dell’agricoltura sociale si basa sull’interazione di diversi fattori come l’ambiente, le costellazioni quotidiani al maso, il contatto con gli animali e il lavoro agricolo ben strutturato."
Christian Hoffmann e Clare Giuliani dall'Istituto per lo Sviluppo Regionale della EURAC Research hanno rivolto la loro attenzione verso l'Europa, dove i diversi modelli dell’agricoltura sociale sono già usati.
Il consigliere provinciale Arnold Schuler e l’assessore regionale Martha Stocker hanno confermato che l’agricoltura sociale fornirà in futuro importanti servizi sociali per la società. Una norma regionale per l'agricoltura sociale è attualmente in fase di elaborazione.
Il presidente Hiltraud Erschbamer è convinta del potenziale dell'agricoltura sociale in Alto Adige: "Alle donne giovani si aprono nuove prospettive al maso. Ma anche a quelli che provengono dalle professioni sociali l’agricoltura sociale offre delle nuove opportunità di lavoro."
Foto 1: v.l. Martin Kreil (Roi Team Consulant), Verena Niederkolfer (segretaria dell’Associazione delle Donne Coltivatrici), Clare Giuliani (Eurac Reasarch), assessore provinciale all’agricoltura Arnold Schuler, Juliane Pellegrini (direttrice della scuola professionale per l'agricoltura ed economia domestica Salern), presidente dell’Unione Agricoltori Leo Tiefenthaler, Brigitte Hofer (organizzatrice di fattoria didattica), Nadia Schieder (assistenza sociale), Helene Pircher (assistenza all’infanzia), Susanne Elsen (Professorin an der Freien Universität Bozen), Maria Kuenzer (consigliera provinciale e presidente della cooperativa sociale „imparare.crescere.vivere), presidente dell’Associazione delle Donne Coltivatrici Sudtirolesi) Hiltraud Erschbamer, Christian Hoffmann (Eurac Resarch), l'assessora provinciale alla sanità Martha Stocker.
Bild 2: Broschüre „Soziale Landwirtschaft in Südtirol“